Un passo avanti nella conoscenza dei “supersolidi”
Maggio 30, 2024Riccardo Meucci è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti scientifici
Giugno 4, 2024Applicando un “tocco” controllato alla membrana cellulare è ora possibile visualizzare direttamente come i cambiamenti di tensione si propagano lungo la membrana. Ciò segna un passo significativo verso la comprensione della meccanopercezione nelle cellule.
Tutti gli organismi viventi sono immersi in un ambiente meccanico che percepiscono e a cui rispondono. La meccanotrasduzione è un fiorente campo di ricerca che studia come le cellule e l’organismo elaborano gli stimoli meccanici per determinare una serie di fenomeni costitutivi, tra cui la differenziazione cellulare durante lo sviluppo embrionale, la proliferazione cellulare e la motilità sia in condizioni fisiologiche che patologiche. La comprensione dei meccanismi biofisici alla base della meccanotrasduzione è ancora profondamente limitata dalla mancanza di strumenti per sondare e applicare le forze con la sensibilità e il controllo necessari. Un team internazionale guidato dal Prof. Massimo Vassalli dell’Università di Glasgow, tra cui la Dott.ssa Lucia Gardini dell’Istituto Nazionale di Ottica del CNR, ha appena pubblicato un articolo sulla rivista Nature Methods (https://www.nature.com/articles/s41592-024-02277-8) proponendo un nuovo strumento per quantificare l’influenza di diversi stimoli meccanici sulla tensione locale della membrana e sull’attivazione dei canali ionici meccanosensibili. Questo approccio promette di innovare il campo offrendo un nuovo metodo diretto per valutare l’impatto di trattamenti specifici sulla meccanosensazione cellulare.
Applicando una pressione controllata a singole cellule durante la misurazione della propagazione della tensione locale, il gruppo di ricerca ha dimostrato che il cambiamento di pressione viene elaborato attraverso l’attivazione del canale calcio meccanosensibile Piezo1 e viene dissipato localmente sulla membrana su un intervallo spaziale dipendente dal citoscheletro. La Dott.ssa Gardini del CNR-INO ha contribuito al lavoro con esperimenti di ‘tether pulling’ con pinzette ottiche, che hanno consentito la quantificazione della tensione sulla membrana cellulare.